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S. Antonino Ticino: la storia di un progetto durato quasi 50 anni

11 maggio 2023

di Roberto Keffer

Uno sguardo al progetto dell’impianto di depurazione più grande della provincia di Varese attraverso gli occhi di Roberto Keffer

Dalla fine degli anni ’70 ad oggi il progetto dell’impianto di depurazione di S. Antonino Ticino ha segnato parte della storia di Stantec e sicuramente quella dell’Ingegner Roberto Keffer. Arrivato in Stantec, dopo una esperienza presso una Impresa di costruzioni, ha seguito la progettazione e la realizzazione per lotti successivi alla realizzazione di questo impianto. A quasi 50 anni dall’inizio dei lavori, l’impianto di S. Antonino Ticino è ancora il più grande della provincia di Varese e Roberto Keffer è diventato un affermato ingegnere idraulico che mantiene ancora la voglia e l’entusiasmo sul lavoro di quando ha cominciato.

In questa intervista gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia, i suoi progressi come ingegnere e di come questi siano strettamente legati alla realizzazione di questo progetto.

Sei approdato in Stantec nel 1975, solo due anni dopo la fondazione. Su quali progetti hai iniziato la tua esperienza lavorativa?

Sono stato assunto nel settembre 1975, dopo un’esperienza presso una Impresa di costruzioni specializzata in opere idrauliche ed impianti di depurazione, per collaborare a un progetto di ricerche idriche della Regione Calabria nella tratta costiera tra Capo d’Armi e Punta Stilo (commissionata dalla Cassa per il Mezzogiorno) e per seguire progetti di depurazione in Sicilia, sempre commissionati dalla Cassa per il Mezzogiorno, tra cui l’impianto di Priolo Melilli, per il quale ho progettato la condotta di scarico a mare che attraversa la Penisola Magnisi. Durante questo periodo, la Società ha acquisito l’incarico per la progettazione dell’impianto di depurazione di S. Antonino Ticino e del relativo sistema di condotte fognarie di collettamento.

Data la dimensione del progetto, Stantec decise di non farmi proseguire con le indagini idriche nel territorio calabrese e di farmi dedicare alla progettazione e direzione lavori dei lotti esecutivi di depurazione di S. Antonino Ticino e, in parallelo, ad altri impianti della zona, che costituivano il cuore del sistema depurativo della Provincia di Varese (Cairate, Olgiate Olona, Gornate Olona, Pravaccio/Varese).

Cosa rende il progetto di S. Antonino Ticino così importante?

L’impianto di depurazione di S. Antonino Ticino (piccola frazione del Comune di Lonate Pozzolo in Provincia di Varese ) costituisce il più importante sistema fognario e depurativo della Provincia di Varese, di cui copre tutta la parte centro meridionale (ben 25 Comuni, tra cui Busto Arsizio e Gallarate nonché l’hub internazionale Milano - Aeroporto di Malpensa)

L’impianto ha una potenzialità di trattamento pari a 450.000 abitanti ed è servito da una rete di collettori fognari di allacciamento delle fognature dei Comuni serviti lunga circa 100 km.

Pensare che le acque trattate dal nostro impianto a S. Antonino Ticino, attraversano chilometri e chilometri arrivando fino a Milano, mi rende orgoglioso di tutto il lavoro svolto in quasi 50 anni.

Ciò che rende davvero unico questo progetto è però la presenza a valle delle unità di trattamento classiche di vasche di depurazione naturale (fitodepurazione) che forniscono il trattamento finale delle acque prima del loro riversamento in superficie, verso il Fiume Ticino. Col tempo, queste vasche sono diventate parte integrante del patrimonio naturale locale e dimora per diverse specie di uccelli. 

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Dal 1975, con l’avvio dei primi studi di fattibilità, al 2020, quando sono stati collaudati gli ultimi interventi di potenziamento, ho avuto il piacere di aver fatto parte del team che ha seguito la progettazione e la direzione lavori di questo importante progetto.

Abbiamo sviluppato linee di trattamento avanzate, come il trattamento con ozono per la decolorazione e la disinfezione dei liquami, linee di filtrazione su tela la dotazione di pannelli fotovoltaici per gestire il recupero energetico.

Più recentemente abbiamo fornito assistenza alla progettazione e realizzazione di una centrale idroelettrica, in prossimità delle condotte di scarico finale al sistema idraulico del Fiume Ticino, diretto nel Canale Industriale che, forse in pochi sanno, è il Canale da cui ha origine il Naviglio Grande di Milano.

Pensare che le acque trattate dal nostro impianto a S. Antonino Ticino, attraversano chilometri e chilometri arrivando fino a Milano (ed alimentando nel frattempo due centrali idroelettriche), mi rende davvero orgoglioso di tutto il lavoro svolto, a più riprese, nell’arco di quasi 50 anni. 

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La normativa ambientale e nel settore delle acque si è evoluta tantissimo proprio in questi 50 anni. Cosa potrebbe fare di meglio l’Italia per tutelare un bene così prezioso?

La mia opinione è che sarebbe fondamentale organizzare e controllare il grado di funzionamento e di efficienza dei tantissimi sistemi depurativi esistenti che presentano spesso carenze funzionali ed operative.

Le tecnologie sofisticate disponibili sul mercato consentirebbero sicuramente un ulteriore miglioramento qualitativo e ambientale, ma devono essere applicate da strutture dotate di personale qualificato e capacità gestionali adeguate.

Un’ulteriore strategia consisterebbe nel riutilizzo delle acque reflue (in particolare nel settore irriguo) o comunque nella selezione delle risorse adeguando il livello qualitativo alle effettive esigenze delle utenze. Ci sono alcuni casi, in cui non ha senso utilizzare (e dunque sprecare) l’acqua potabile.

In ogni caso anche queste strategie (che già sono delineate nel quadro normativo esistente) richiedono una gestione di priorità e di competenza che dovrebbe trovare un quadro pianificatorio oggi non sempre disponibile.

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  • Roberto Keffer

    Roberto Keffer ha oltre 40 anni di esperienza nella pianificazione territoriale, progettazione e direzione lavori di opere idrauliche, acquedottistiche, fognarie e depurative, trattamento dei rifiuti.

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