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Alla riscoperta dei fontanili, meraviglioso fenomeno idrogeologico

16 luglio 2019

Una riflessione su un’importante risorsa idrogeologica del nostro territorio

Sono nata a Settimo Milanese e nella mia infanzia andavo in bicicletta con gli amici nei parchi alla scoperta di fresche aree verdi e di fontanili. Circa 20 anni dopo, il 14 giugno 2019, mi sono ritrovata, nell’ambito del congresso Flowpath organizzato dall’International Association of Hydrogeologists, Italian Chapter (IAH), proprio a partecipare ad una visita ai fontanili presso Morimondo (MI) a conclusione delle attività congressuali. Tra i partecipanti, incantati da tale fenomeno di emersione della falda e dalla frescura delle sue acque, qualcuno ha affermato: “Qui si possono davvero vedere e sentire le acque sotterranee di cui tanto parliamo e per cui sviluppiamo sofisticati modelli per lo studio”.

Da prima fruitrice dei fontanili e da geologa poi, mi sono resa conto di avere la fortuna di conoscere molto da vicino questo fenomeno, già parte del mio bagaglio culturale.

Ma cosa sono i fontanili e come si formano?

Le acque piovane, che cadono nella zona montuosa, si infiltrano nel sottosuolo e percorrono diversi kilometri fino a giungere nella media-bassa Pianura Padana. Qui la falda si trova a bassa profondità e la presenza di alcune lenti di limo e argilla fanno sì che l’acqua si avvicini sospinta ancora di più alla superficie e possa emergere naturalmente o con qualche piccolo aiuto da parte dell’uomo. Per questo i fontanili prendono anche il nome di risorgive, l’acqua delle montagne “risorge” in pianura emergendo in superficie. Tale processo è tipico non solo della Lombardia, ma anche del Piemonte e del Veneto e forma una vera e propria fascia, “la fascia dei fontanili” estesa da ovest a est nella Pianura Padana e ampia circa 25 km.

L’acqua dei fontanili, a temperatura costante sia d’inverno che d’estate, veniva utilizzata già in epoca romana a scopi irrigui. Nella tradizione i contadini scavavano buche o infiggevano dei tubi nel terreno per poter far emergere più facilmente la falda, si formava così una “testa” del fontanile (un piccolo bacino di accumulo delle acque) da cui poi l’acqua defluiva a valle nell’ ”asta” del fontanile. Le acque dei fontanili sono utilizzate ancora oggi a scopo irriguo e inoltre costituiscono un habitat del tutto particolare, sede di una spiccata biodiversità.

Cosa mi dicono oggi i fontanili, oltre al ricordo di un’infanzia felice?

Di fronte alla presenza delle acque sotterranee che qui emergono rigogliose, ancora di più rinnovo il desiderio di conoscere e approfondire i processi che stanno alla base dell’idrogeologia, di proteggere la risorsa idrica, promuoverne un uso consapevole e difenderla dall’inquinamento. Questi sono i principi dell’International Association of Hydrogeologists, di cui faccio parte, ed è anche quello che come professionisti facciamo ogni giorno nell’ambito delle bonifiche ambientali utilizzando, proponendo e suggerendo tecnologie di bonifica tradizionali o innovative atte a bonificare le acque di falda impattate dai contaminanti.

La grande disponibilità di acque superficiali e sotterranee della Pianura Padana, specie nel nostro tempo con importanti cambiamenti climatici in corso, è sicuramente una ricchezza e una risorsa che oggi non tutti possono vantare di avere. Per questo, è fondamentale che per primi ce ne prendiamo cura, senza aspettare che manchi o che la qualità delle acque venga del tutto deteriorata e compromessa.

  • Mara Dal Santo

    Geologa, appassionata della terra (e della vita), Mara cerca di ridurre al minimo la sua impronta ecologica. Da 10 anni è consulente ambientale di Stantec Italia, specializzata nella gestione di bonifiche.

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