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Le 3 fasi principali per la gestione dei rifiuti nel decommissioning di un sito

17 maggio 2022

di Donato Lucadamo

Dalla pre-caratterizzazione alla dismissione vera e propria, la gestione dei rifiuti in questi progetti ha un impatto importante sull'ambiente e la sicurezza

Nell’ambito di un progetto di decommissioning la gestione dei rifiuti ricopre un ruolo rilevante, in quanto può avere un forte impatto sull’ambiente naturale circostante, sulla sicurezza dei lavoratori coinvolti e sulla salute dei residenti che dovessero abitare nelle zone adiacenti.

Pertanto, gli interventi di dismissione devono essere organizzati e gestiti con attenzione e oculatezza.

1. Per prima cosa occorre definire un piano di campionamento per la pre-caratterizzazione dei materiali, grazie al quale poter classificare il tipo di rifiuto in base all’eventuale pericolosità e all’eventuale necessità di pre-trattamento.

La documentazione di impianto, fornita dal Committente o dal proprietario dell’immobile da dismettere, permette di conoscere le principali strutture e le tipologie dei materiali presenti. Stabiliti i corretti dispositivi di protezione individuale da utilizzare per prevenire i fattori di rischio, si procede con l’identificazione dell’idonea tipologia di lavorazione: trattamento, smaltimento o recupero.

L’analisi dei risultati delle indagini di pre-caratterizzazione consente di definire le principali classi merceologiche di rifiuti che si origineranno dalle attività di dismissione e di fissare indicazioni per la gestione e il trasporto, specie nell’eventualità di casi particolari. Permette inoltre di segnalare la presenza di materiale pericoloso e di stabilirne la compatibilità ambientale ai fini di recupero o smaltimento.

2. Al termine dell’analisi è necessario redigere un piano di gestione dei rifiuti, che assicuri costantemente la protezione dell’uomo e dell’ambiente, oltre che una corretta gestione del flusso dei rifiuti (separazione dei rifiuti pericolosi dai non pericolosi, separazione delle diverse tipologie, ecc.). Il piano deve prevedere anche il rispetto delle norme vigenti, con particolare attenzione agli adempimenti relativi alle prescrizioni, alle autorizzazioni e alla corretta spedizione dei rifiuti. Sin dal momento della generazione del rifiuto, infatti, è importante detenere una documentazione idonea che comprovi la corrispondenza tra i quantitativi di rifiuti prodotti ed i quantitativi in uscita dallo stabilimento, nonché la loro precisa caratterizzazione.

I rifiuti non devono in nessun caso essere abbandonati o subire miscelazioni non consentite. Attenzione particolare deve essere rivolta all’amianto e alle fibre artificiali vetrose, che, per la loro intrinseca pericolosità, devono essere gestiti secondo le relative norme specifiche. In ambito industriale non è inoltre da sottovalutare la possibile presenza di PCB negli oli dei macchinari. Il Committente o l’appaltatore si configurano come Produttore del rifiuto derivante dalle attività di demolizione e sono responsabili della sua gestione in conformità con quanto disposto dalla normativa vigente.

3. A questo punto, in base alle strutture e ai macchinari presenti, occorre predisporre un piano di dismissione che garantisca una corretta sequenzialità degli interventi ed un’elevata protezione dei lavoratori e dell’ambiente.

Generalmente, gli interventi di decommissioning si svolgono secondo le seguenti fasi logiche:

  • attività preliminari di cantiere, in cui vengono delimitate le aree funzionali e identificate le vie percorribili internamente ed esternamente; vengono pulite e sfalciate le aree esterne e posati i box di cantiere con la relativa segnaletica. Dove necessario, si procede alla posa ed allaccio delle utenze (acqua ed elettricità), e alla verifica dei limiti areali di intervento, ovvero l’intercettazione delle linee aeree e delle aste fognarie al limite di batteria;
  • attività propedeutiche alla dismissione, come la segregazione della documentazione sensibile, l’identificazione dei macchinari da mantenere, vendere o smaltire, e la liberazione delle aree da materiali minori ed eventuali rifiuti stoccati. Se necessario, viene effettuato il drenaggio delle apparecchiature con riempimenti e l’eventuale bonifica dei residui. Inoltre, in questa fase avviene la verifica dei collegamenti elettrici e delle altre linee e lo strip out dei locali e degli edifici, partendo dall’asportazione di piccole componenti, rivestimenti o apparecchiature facilmente rimovibili, fino alla rimozione di elementi più ingombranti come serbatoi, trasformatori e macchinari;
  • attività di dismissione/demolizione vere e proprie, come ad esempio, lo smontaggio e la bonifica di apparecchiature e tubazioni per smaltimento; la demolizione di edifici in carpenteria metallica o in calcestruzzo armato; la demolizione di serbatoi metallici o vasche in calcestruzzo armato; la dismissione di rack, pompe, valvole e componenti a terra. Infine, si procede allo svuotamento e alla pulizia delle vasche interrate e dei cunicoli, e alla messa in sicurezza finale delle aree.
  • Si intende prassi necessaria ed importante, al termine della predisposizione dei piani di gestione e dismissione, la definizione di tempi, quantità e costi dell’intervento. A tal fine, è quindi utile presentare un cronoprogramma dei lavori (diagramma di Gantt), un computo metrico del costo delle operazioni in oggetto e la definizione della quantità di rifiuti che si genereranno dalle attività di demolizione, con la relativa classificazione merceologica (assegnazione codice EER).

In conclusione, possiamo affermare che, all’interno di un sito di decommissioning, la corretta applicazione dei passaggi illustrati permette di gestire i rifiuti nella maniera migliore per la protezione dell’ambiente e per la salute e sicurezza delle persone coinvolte.

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  • Donato Lucadamo

    Donato Lucadamo, geologo con oltre 20 anni di esperienza, si occupa di caratterizzazione ambientale di terreni e acque, modellizzazione di flusso e trasporto degli inquinanti negli acquiferi e svolge consulenza tecnica in materia di rifiuti.

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