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COP26: ultima chiamata per contrastare la crisi climatica

22 ottobre 2021

di Giulia La China

Inizierà il 31 ottobre la conferenza sul clima più importante di sempre

Ci stiamo avvicinando all’appuntamento cruciale che si terrà a Glasgow, dal 31 ottobre al 12 novembre, e che richiederà ai Paesi di tutto il mondo un grande sforzo collettivo per invertire la tendenza del cambiamento climatico. Obiettivo: azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C. Un risultato tutt'altro che scontato visto che, in fatto di clima, accordi e promesse sono stati costantemente disattesi. Negli ultimi due anni, l'emergenza Covid ha rallentato e ostacolato i progressi sul clima (anche se i lockdown hanno temporaneamente diminuito le emissioni). Nonostante la provvisoria battuta di arresto, il nodo sul tavolo continua a essere quello di coordinare tempi e format degli impegni nazionali sul clima (i cosiddetti Ndc) e come controllare i requisiti di trasparenza per la contabilità delle azioni messe in atto dai vari Paesi di tutto il mondo.

Che cos’è la COP26?

La COP26 è la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che sarà ospitata dal Regno Unito in partenariato con l'Italia. Si tratta di un momento decisivo nella lotta alla crisi climatica in corso e che vedrà riunirsi ben 197 leader mondiali, con l’impegno di agire nel breve periodo. Da quasi tre decenni l’ONU riunisce buona parte dei Paesi di tutto il mondo in occasione del vertice globale sul clima – chiamato COP – ovvero “Conferenza delle Parti”. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale.

Quest’anno si terrà il 26eismo vertice annuale, di qui il nome COP26, che sarà presieduto dal Regno Unito che lo ospiterà a Glasgow. Oltre i 190 leader mondiali attesi in Scozia, si uniranno anche decine di migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese e cittadini per dodici giorni di negoziati. La maggior parte degli esperti e scienziati è concorde nel sottolineare il carattere di urgenza di questo incontro, motivo per cui non sarà semplice presiedere la COP26.

Già nel 2015 a Parigi, in occasione della COP21, tutti i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale, mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e mobilitare i fondi necessari per raggiungere questi obiettivi. In questo contesto nasceva l’Accordo di Parigi, che sanciva soprattutto l’impegno di puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi e ha visto nel corso degli anni la creazione di un piano nazionale per ciascun Paese partecipante per ridurre le proprie emissioni (Nationally Determined Contribution). Ogni cinque anni, i Paesi sono tenuti a presentare un piano aggiornato che riflette la loro massima ambizione possibile per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati durante la COP21. Quest’anno a Glasgow – con un ritardo di un anno a causa della pandemia – verranno presentati i piani di riduzione delle proprie emissioni aggiornati.

Per quanto il vertice di Parigi sia stato un evento epocale, i Paesi dovranno spingersi ben oltre quanto fatto fino ad oggi per mantenere viva la speranza di contenere l’aumento della temperatura a 1,5. La COP26 deve essere decisiva e il prossimo decennio sarà cruciale.

Quali sono gli obiettivi della COP26?

  1. Azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C. Ad ogni Paese viene chiesto di presentare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030, allineati con il raggiungimento di un sistema a zero emissioni nette entro la metà del secolo. Per raggiungere questi obiettivi, ciascun Paese dovrà accelerare il processo di fuoriuscita dalla dipendenza da combustibili fossili, ridurre la deforestazione, accelerare la transizione energetica verso i veicoli elettrici e incoraggiare gli investimenti nelle energie rinnovabili.
  2. Salvaguardare le comunità e gli habitat naturali. Il clima sta cambiando e continuerà a cambiare provocando effetti devastanti, anche riducendo le emissioni. Alla COP26 si dovrà trovare un accordo per lavorare insieme e incoraggiare i Paesi colpiti dai cambiamenti climatici e metterli in condizioni di proteggere e ripristinare gli ecosistemi, costruire sistemi di allerta, infrastrutture e agricolture più resilienti per contrastare la perdita di abitazioni, mezzi di sussistenza e persino di vite umane.
  3. Stabilire investimenti e stanziare finanziamenti pubblici per il clima. Per raggiungere i primi due obiettivi, i Paesi chiamati all’azione dovranno necessariamente lavorare per rendere i flussi finanziari coerenti con gli obiettivi climatici.
  4. Collaborare. Solo lavorando tutti assieme si potrà affrontare la grande sfida della crisi climatica. L’auspicio è che con la conferenza COP26 verrà finalizzato il “Libro delle Regole” di Parigi (le regole dettagliate necessarie per rendere pienamente operativo l’Accordo di Parigi), e che aumentino le attività volte ad affrontare la crisi climatica rafforzando la collaborazione tra i governi, le imprese e la società civile.

"É un codice rosso per l’umanità”, ha dichiarato Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu. "I campanelli d'allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili: le emissioni di gas serra dovute alla combustione di combustibili fossili e alla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio immediato miliardi di persone. Il riscaldamento globale sta interessando ogni regione della Terra, con molti dei cambiamenti che stanno diventando irreversibili". Dunque, non c'è più tempo da perdere. "Se uniamo le forze ora, possiamo evitare la catastrofe climatica. Conto sui leader del governo e su tutte le parti interessate per garantire il successo della COP26".

E l’Italia a che punto è?

Durante lo Youth4Climate, tenutosi a Milano lo scorso 30 settembre, Mario Draghi ha annunciato che in occasione del prossimo vertice del G20 che si terrà a Roma il 30 e 31 ottobre, verranno anticipate alcune delle negoziazioni che si terranno a Glasgow. Riduzione delle emissioni di gas del 55% entro il 2030 e raggiungimento di zero emissioni nette nel 2050: questi sono gli obiettivi, piuttosto ambiziosi, che si è posta l’Unione Europea. L’Italia - ha ricordato il premier - ha stanziato il 40% delle risorse nel nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza per la transizione ecologica. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la quota dei rinnovabili nel nostro mix energetico, rendere più sostenibile la mobilità, migliorare l’efficienza energetica dei nostri edifici e proteggere la biodiversità".

In vista di COP26, tra il 30 settembre e il 2 ottobre, si è tenuta a Milano la Pre-COP26, evento preparatorio rispetto a quello di Glasgow, nel quale si sono riuniti 400 giovani delegati da tutto il mondo, decine di Ministri dell’Ambiente, Capi di Stato, rappresentanti ONU per l'iniziativa Youth for Climate. In questa occasione, Stantec ha lavorato accanto a vari partners per promuovere oltre 30 appuntamenti ad accesso libero e gratuito nei quartieri di social e student housing, con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere il pubblico nei confronti del tema dei cambiamenti climatici.

In occasione della COP26, Stantec ha creato una pagina dedicata e programmato una serie di conferenze, panel di discussione, presentazioni e workshop che sono stati preparati per mostrare alcuni dei progetti più interessanti sviluppati da Stantec nel mondo. Infine, è stata creata una serie di podcast intitolata “THE SCOPE”, che esplora il tema del cambiamento climatico come risultato dell'ambiente costruito e stimola la riflessione sulle possibili soluzioni.

  • Giulia La China

    Giulia è consulente in ambito comunicazione e CSR. Si occupa di audit per un cliente internazionale nel settore manifatturiero e di strategie di comunicazione aziendale.

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