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Il nuovo rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico in Italia

06 settembre 2018

91% dei comuni a rischio frana e/o alluvioni

stato emesso a giugno il nuovo rapporto di ISPRA Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio1. Si tratta di un’analisi approfondita di dati molteplici provenienti da diversi enti locali e, già dalla lettura della sua presentazione, si rivela ben chiaro lo scopo del rapporto: “Favorire una maggiore consapevolezza e decisioni informate su dove acquistare la propria casa o ubicare nuove attività economiche” […] “il punto di partenza per pianificare e programmare adeguate politiche di mitigazione del rischio nel Paese.” Il rapporto, inoltre, “Rappresenta un utile strumento per la programmazione degli interventi strutturali di difesa del suolo e per la pianificazione di protezione civile. […] per l’individuazione delle priorità di intervento, la ripartizione dei fondi tra le Regioni.”

I risultati emersi, prodotti dall’elaborazione dei dati raccolti a livello locale, con grande sforzo uniformati e riportati su una serie di mappe sintetiche a livello nazionale, sono molto significativi e, purtroppo, non incoraggianti. Ben 7.275 comuni (91% del totale) si trovano in area a rischio frana e/o alluvioni e il 16,6% del territorio nazionale è classificato a pericolosità elevata. 1,28 milioni di abitanti sono a rischio frane e oltre 6 milioni di abitanti a rischio alluvioni. E ancora, sono 197.565 il 4,1% del totale (Censimento ISTAT Industria e Servizi 2011) le unità locali di imprese esposte a rischio alluvioni nello scenario a pericolosità idraulica elevata, in prevalenza situate in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria; 13.865 (6,8% del totale) i beni culturali a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idraulica elevata, dislocati anch’essi per lo più in Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e Toscana.

In merito alle frane, le unità locali di imprese soggette a rischio elevato e molto elevato di frane sono 82.948 pari all'1,7% del totale con 217.608 addetti a rischio. Quali le regioni più a rischio frane? Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, risultano quelle con numero più elevato di unità locali a rischio frane. E infine sono 11.712, pari al 5,8%, i beni culturali a rischio frane (in prevalenza aree di Siena, Genova, Napoli e Macerata).

Il rapporto è l’ennesimo studio che mostra dunque quanto il nostro Paese sia ricco di una molteplice bellezza e ricchezza, ma allo stesso tempo sia estremamente vulnerabile. Di fronte a questo quadro così delineato, tanta strada ancora c’è da percorrere, ma è un segnale positivo l’attivazione di politiche di gestione del rischio, e soprattutto tentativi di prevenzione attraverso un accurato e lungimirante piano del territorio. Anche dalla Comunità Europea giungono finanziamenti per far fronte al rischio attraverso i fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020, una boccata di ossigeno per l’economia.

L’attuale maggiore sensibilità del rischio permette di spostarci da valutazioni sempre tardive, elaborate spesso solo in seguito a una tragedia (ricordiamo per esempio la legge Sarno “misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico” emanata in seguito alla morte di centinaia di persone coinvolte da colate di fango nel salernitano nel 1998), a una valutazione che permette di conoscere più approfonditamente il territorio, di prendere coscienza dei rischi e di pianificare coraggiosamente un utilizzo sostenibile e rispettoso. Lungi dall'aver raggiunto questo obiettivo, si delineano comunque le tracce che portano nella giusta direzione.

 

1 (Trigila A., Iadanza C., Bussettini M., Lastoria B. (2018) - Edizione 2018. ISPRA, Rapporti 287/2018).

  • Mara Dal Santo

    Geologa, appassionata della terra (e della vita), Mara cerca di ridurre al minimo la sua impronta ecologica. Da 10 anni è consulente ambientale di Stantec Italia, specializzata nella gestione di bonifiche.

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