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Rigenerazione urbana: un’opportunità per rendere le nostre città più sostenibili (Parte 1)

28 settembre 2021

di Emiliano Patanè

L’ex Macello di Milano diventerà un quartiere a emissioni zero e carbon negative

Rigenerare, riutilizzare, riqualificare: ecco alcuni dei principi guida che uno sviluppo urbanistico più lungimirante dovrebbe seguire per tutelare il nostro Paese, contrastando anche fenomeni come il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico. Con un’attenzione particolare anche all’inclusione sociale e all’ascolto degli stakeholder, fin dalle prime fasi progettuali. Lo dimostrano alcune best practice che coinvolgono anche Stantec, come ci racconta Emiliano Patanè, architetto di Stantec. 

Il progetto ARIA aspira a trasformare l’area dell’Ex Macello di Milano nella prima area carbon negative di Milano. Che cosa vuol dire “Carbon Negative” e come si progetta un quartiere con questa filosofia? 

Area Ex Macello di Milano. Render credits: Wolf Visualizing Architecture.

Il termine “Carbon Negative” esprime un concetto molto semplice ed è, per gli addetti ai lavori, auto esplicativo poiché indica un bilancio delle emissioni di carbonio complessive del sistema negativo cioè un sistema che non si limita a non immettere anidride carbonica in atmosfera ma, in senso figurato, provvede ad assorbirne un certo quantitativo dall’atmosfera.

Arrivare a un risultato così straordinario nella progettazione non è semplice e molti sono gli elementi e le strategie da considerare e pianificare attentamente per poterlo traguardare. È da considerare, inoltre, che tale risultato non riguarda esclusivamente la progettazione architettonica e neppure quella urbanistica bensì tutte le discipline e sotto discipline coinvolte in un intervento di rigenerazione urbana. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, occorrono mirate strategie di gestione sociale, di mobilità sostenibile, impiantistiche, ecologiche, di selezione dei materiali da costruzione e delle tecniche costruttive, di organizzazione delle tempistiche di lavorazione oltre, ovviamente, a un design architettonico orientato all’ottimizzazione delle performance energetiche.

Le strategie adottate nella progettazione di un intervento di rigenerazione della portata dell’Ex Macello di Calvairate riguardano tutte le fasi di vita del progetto, dalla costruzione all’utilizzo e fino alla dismissione e possono essere suddivise in:

  • Strategie di mitigazione: insieme di soluzioni tecniche e tecnologiche mirate a ridurre le emissioni solitamente prodotte da un progetto “tradizionale” che riguardano le tre le fasi di vita del progetto;
  • Strategie di compensazione: insieme di soluzioni organizzative che, come dice il nome, compensino le emissioni prodotte (seppure in quantitativo ridotto) dalla realizzazione dell’intervento e che sono strettamente correlate con la fase “operativa” del progetto;
  • Strategie di sequestro: insieme di scelte non intrinseche del progetto ma che concorrono alla cattura di ulteriori quantitativi di anidride carbonica.

Le soluzioni costruttive e architettoniche concorrono solo in parte alla fase di mitigazione del sistema e si traducono nella realizzazione di un design che, per forma, configurazione ed esposizione, ottimizzi l’utilizzo dell’irraggiamento solare e favorisca il raffrescamento, nella scelta di materiali certificati, con una bassa impronta di carbonio, dove possibile riciclati e reperiti nelle vicinanze del sito di costruzione, nella predilezione delle soluzioni “a secco” rispetto a quelle realizzate in opera per diminuire i tempi di cantiere e lo spreco di risorse preziose (acqua, energia elettrica) durante le fasi realizzative, nel recupero del patrimonio esistente in luogo della demolizione/ricostruzione.

La restante parte del processo di mitigazione è costituita dalle soluzioni impiantistiche, studiate appositamente per ottenere le maggiori performance di riscaldamento e raffrescamento con il minor dispendio di energia, e da una strategia della mobilità che preveda l’impiego di veicoli a zero emissioni per gli spostamenti interni e per il raggiungimento del sito.

Mediante la realizzazione di grandi aree verdi, la rinaturalizzazione delle superfici pavimentante urbane e la massimizzazione delle alberature di progetto, ottenuta grazie al recupero e alla conservazione delle esistenti e alla piantumazione di nuove essenze, si favorisce l’aumento della resilienza del progetto poiché si minimizzano gli effetti da “isola di calore” tipici del contesto urbano e si incentiva il naturale deflusso delle acque meteoriche, sia in caso di eventi ordinari che straordinari e si persegue anche l’obiettivo del sequestro di anidride carbonica, naturalmente catturata dalla vegetazione e restituita sotto forma di ossigeno. Per sottolineare la vocazione naturalistica del progetto dell’Ex Macello, è stato scelto di utilizzare tale processo naturale come strategia per la depurazione dell’aria indoor mediante la collocazione delle Fabbriche dell’Aria all’interno di tutti gli edifici di progetto.

Le strategie finora illustrate, pur contribuendo notevolmente alla riduzione delle emissioni climalteranti, non sono sufficienti a rendere il sistema carbon neutral e, di conseguenza, neppure carbon negative: per quanto possano migliorare in termini di performance in funzione di nuovi sviluppi delle tecnologie ci sarà sempre un delta positivo in favore delle emissioni prodotte. Per superare le 0 emissioni è necessario il ricorso alle strategie di compensazione che, in un progetto alla scala dell’Ex Macello - sia in termini di dimensioni che di importanza urbana derivante dalle funzioni insediate - hanno un impatto notevole e consentono di traguardare l’obiettivo di creare la prima area carbon negative. Tale risultato è ottenuto estendendo oltre i confini del sito due soluzioni organizzative virtuose quali il progetto Circular Housing (fornitura di arredi/elettrodomestici in comodato d’uso così da ottimizzare le emissioni in fase di produzione e smaltimento, promuovere la riparazione in luogo della sostituzione, evitare le emissioni generate durante i traslochi) e all’utilizzo estensivo delle energie rinnovabili che si traduce nella realizzazione di una superficie fotovoltaica complessiva di circa 36000 m2, posizionata anche in aree esterne all’area di progetto, di cui solo una piccola parte è necessaria per soddisfare i requisiti energetici necessari a dare luce, calore e raffrescamento agli edifici di progetto. La restante parte dell’energia “pulita” generata viene ceduta alla comunità limitrofa, costituendo, di fatto, una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) e diminuendo, così, il quantitativo di energia tradizionale che sarebbe prodotto da una area urbana ben più grande di quella racchiusa nel perimetro di progetto.

Nella seconda parte del blog verrà approfondito il concetto di quartiere carbon neutral, progettazione carbon negative e le soluzioni progettuali più innovative che possono raggiungere l’obiettivo di armonia tra ambiente costruito e ambiente naturale.

  • Emiliano Patanè

    Laureato in Architettura, Emiliano è un progettista e Project Manager specializzato in interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana. Scopri di più su Emiliano Patanè.

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