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Sostenibilità ed economia circolare nelle bonifiche

25 marzo 2021

di Mara Dal Santo

Stantec ha partecipato e presentato al workshop virtuale SiCon2021

Anche quest’anno abbiamo partecipato e presentato al workshop “SiCon 2021 Siti Contaminati, Esperienze negli interventi di risanamento”. Il SiCon è un appuntamento annuale promosso e organizzato dai gruppi di Ingegneria Sanitaria-Ambientale dell’Università degli Studi di Brescia, dell’Università degli Studi di Catania e "Sapienza" Università di Roma in collaborazione con l’ANDIS (Associazione Nazionale di Ingegneria Sanitaria-Ambientale), il GITISA (Gruppo Italiano di Ingegneria Sanitaria-Ambientale) ed il CSISA Onlus (Centro Studi di Ingegneria Sanitaria Ambientale) di Catania. L’obiettivo del workshop, alla sua XII edizione, è quello di creare un’occasione di confronto tra gli operatori del settore fornendo un quadro sullo stato dell’arte nel campo delle bonifiche, con risalto agli aspetti tecnico-operativi, casi studio di risanamento, dalla scala di laboratorio e quella di grandi siti contaminati.

È stata un’esperienza che ho vissuto in prima persona essendo tra i relatori. Quest’anno però la pandemia ci ha imposto di partecipare in modalità online, a distanza. Mentre sul desktop della riunione scorrevano le foto della bella Sicilia che avrebbe dovuto ospitare l’evento, ho sentito un po’ di amarezza nel vedere il grafico di una ricercatrice con un buco per la mancanza di dati dove semplicemente ha scritto “lockdown”. Ma la ricerca ha comunque portato i suoi frutti che sono stati condivisi con orgoglio e apprezzati dai partecipanti.

Il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, ha aperto i lavori sottolineando quanto sia positivo e auspicabile che le comunità si incontrino: le Università, le Aziende e gli Enti Locali. Il tema dei siti contaminati impatta infatti sulla vita di tutti e le competenze, la ricerca e l’innovazione sono aspetti fondamentali. Come ha affermato il chair, in fondo, chi si occupa delle bonifiche è un po’ come una grande famiglia. Ed effettivamente, scorrendo i nomi dei 200 partecipanti ho riconosciuto molte persone incontrate più volte e in diverse sedi.

I contenuti di questa edizione si sono rivelati di grande interesse. Una prima sessione è stata dedicata alle discariche, con un quadro a tutto tondo che ha previsto anche l’intervento di un avvocato che ha invitato a non lasciare i siti contaminati orfani, ma a cogliere le opportunità, anche finanziarie, che si moltiplicano se alla riqualificazione si prevede anche l’installazione di impianti di energia rinnovabile (per esempio teli fotovoltaici a copertura delle discariche). Oltre alle discariche è stata dedicata una sessione speciale per la riqualificazione delle aree dismesse. Il tema, insieme a quello della rigenerazione urbana, è da sempre molto caro anche a noi, che sperimentiamo soluzioni di economia circolare e di sostenibilità.

Altre sessioni hanno trattato dell’analisi di rischio e del monitoraggio e controllo, affrontando quelle che attualmente sono delle criticità nell’implementazione del modello. Sono stati presentati studi sull’effettiva biodisponibilità dei contaminanti anche con valutazioni sito-specifiche; aspetti legati alla medicina dal lavoro in ambienti contaminati; studi sulla sensibilità delle misure soil gas; nuove modalità per la misura dei volatili mediante campionatori passivi in fase di validazione da parte dei laboratori e che potrebbero essere sottoposti al Sistema Nazionale Protezione Ambiente (SNPA) per una futura validazione della metodologia.

La sessione degli acquiferi, mi ha visto coinvolta a nome di Stantec, con la presentazione intitolata “Applicazione di Prodotti Chimici come Tecnologie di Bonifica per le Acque di Falda Impattate da Idrocarburi in Italia (caso di studio n.16, M. Dal Santo, G. Prosperi). Il nostro studio, condotto su 28 siti contaminati in Italia, ha analizzato l’applicazione di tecnologie di bonifica mediante composti chimici utilizzati per il risanamento delle acque di falda impattate da idrocarburi. L'analisi ha permesso di comprendere come condurre al meglio le fasi di progettazione, esecuzione e monitoraggio della bonifica. I composti utilizzati nei siti appartengono a tre principali tecnologie: biorisanamento aerobico potenziato, Ossidazione Chimica In Situ (ISCO) e prodotti surfattanti per il desorbimento. Nella fase di progettazione sono stati condotti campionamenti di terreno e di acque al fine di identificare l'entità della contaminazione e sono stati eseguiti test pilota. Per la fase di esecuzione sono state valutate le seguenti metodiche applicative: iniezione nei pozzi di monitoraggio o in pozzi dedicati; iniezione nel terreno; applicazione di calze filtranti nei piezometri; applicazione negli scavi. Durante la fase di monitoraggio, sono stati identificati i parametri indicatori utili al fine di valutare l'efficacia della bonifica. Lo studio ha evidenziato che le tecnologie di bonifica mediante utilizzo di prodotti chimici possono costituire una valida alternativa alle tecnologie impiantistiche più tradizionali. Nella maggior parte dei siti analizzati, l’utilizzo di prodotti chimici ha portato ad una sensibile riduzione della contaminazione entro un anno dall'applicazione. Le tecnologie mediante utilizzo di ammendanti sono state, infatti, protagoniste indiscusse di tutta la sessione.

Al workshop si è parlato anche di bonifica dei terreni e dei sedimenti marini. In particolare, si è trattato, non solo di reagenti per la bonifica, ma anche di casi studio di desorbimento termico con l’interessante aspetto del riutilizzo dei gas estratti come combustibile per lo stesso impianto, esempio di economia circolare.

L’ultima sessione è stata dedicata ai risultati più recenti della ricerca scientifica sulle tecnologie di trattamento di suoli, acque sotterranee e sedimenti contaminati. In particolare, la sessione ha sottolineato l’importanza dell’utilizzo delle tecnologie di bonifica e soluzioni che siano sostenibili, portando avanti criteri di economia circolare, per esempio utilizzando scarti della filiera vinicola per la produzione di biosurfattanti. Altro interessante metodo innovativo illustrato, prevede l’utilizzo di analisi fingerprint microbiologiche e isotopiche per la caratterizzazione e il monitoraggio dei processi di bioremediation.

Sessioni molto ricche e dense, scuramente da riprendere e metabolizzare nel tempo, da cui soprattutto colgo l’invito a sviluppare progetti di bonifica in un’ottica di maggiore sostenibilità e circolarità, considerando la riqualificazione delle aree contaminate, non solo una necessità, ma una vera e propria opportunità.

Glossario per non addetti ai lavori

Ammendante: termine di carattere generale che include tutti i prodotti chimici utilizzati nell’ambito delle bonifiche delle acque e/o dei terreni contaminati. Una volta applicati in sito, questi prodotti attivano processi biologici, chimici o di desorbimento in grado di ridurre la contaminazione presente. Costituiscono una valida alternativa alle tecnologie di bonifica impiantistiche e limitano la produzione di rifiuti agendo direttamente in sito.

Biorisanamento Aerobico Potenziato: tecnologia di bonifica che aumenta il numero e l'attività dei microrganismi in grado di degradare i contaminanti legati al petrolio. Questa tecnologia è guidata principalmente da un processo biologico e i prodotti sono costituiti per esempio da perossido di calcio/magnesio o H2O2

In Situ Chemical Oxidation (ISCO): tecnologia di bonifica che utilizza prodotti in grado di generare radicali con un potenziale di ossidazione estremamente elevato, che possono ossidare rapidamente le molecole contaminanti e rompere il legame chimico del carbonio. Essi sono, ad esempio, prodotti persolfatati opportunamente attivati con altri composti.

Surfactant Enhanced Remediation (SER): tecnologia di bonifica che utilizza prodotti surfattanti in grado di desorbire temporaneamente gli inquinanti organici che aderiscono alla matrice solida, rendendoli così maggiormente disponibili per la successiva rimozione mediante spurgo delle acque sotterranee o altri processi di rimozione. Questi composti sono costituiti da molecole anfifiliche che agiscono come tensioattivi.

  • Mara Dal Santo

    Geologa, appassionata della terra (e della vita), Mara cerca di ridurre al minimo la sua impronta ecologica. Da 10 anni è consulente ambientale di Stantec Italia, specializzata nella gestione di bonifiche.

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