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Salute e sicurezza sul lavoro: valutare l’efficacia formativa (Parte 1)

02 aprile 2024

di Paola Favarano

Un modello a quattro livelli per valutare gli interventi di formazione e diminuire il numero di comportamenti rischiosi sul lavoro

Il 17 dicembre 2021, l’introduzione della legge n. 215 ha modificato l’articolo 37 del decreto legislativo 81/2008. In particolare, è stata aggiunta la lettera b) al comma 2, che ha affidato al nuovo Accordo Stato-Regioni “l’individuazione delle modalità per la verifica finale di apprendimento obbligatoria per i discenti di tutti i percorsi formativi e di aggiornamento obbligatori in materia di salute e sicurezza sul lavoro, nonché le modalità per le verifiche di efficacia della formazione durante lo svolgimento della prestazione lavorativa”.

Sono passati diversi anni dall’uscita della legge n. 215 e ancora non è chiaro come adempiere all’obbligo di monitorare e valutare l’efficacia della formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

In realtà, sono più di 20 anni che si erogano corsi senza avere strumenti per misurare in modo tangibile l’efficacia della formazione alla salute e sicurezza sul lavoro e il numero pressoché invariato di infortuni gravi e mortali né dà evidenza.

Non possiamo più aspettare che qualcuno (in tal caso, l’Accordo Conferenza Stato-Regioni) ci dica come fare a valutare l’efficacia della formazione, anche perché quando accadrà sarà probabilmente una valutazione di tipo formale, mentre ciò che vogliamo misurare è la sostanza: la riduzione del numero di infortuni e la loro gravità, aumentare l’attenzione ai rischi e ai comportamenti sicuri.

Innanzitutto, dobbiamo riconoscere che il successo di qualsiasi formazione è il risultato di una progettazione realizzata ben prima dell'inizio della formazione stessa, una progettazione mirata a definire obiettivi misurabili partendo da bisogni formativi basati su dati oggettivi, come il numero, la gravità e la tipologia di infortuni, ma anche l’analisi delle osservazioni fatte in campo e delle non conformità.

Altro aspetto da sottolineare è che per valutare l’efficacia della formazione è necessario osservare nel quotidiano i lavoratori. È fondamentale che ruoli come quello del preposto siano istruiti e messi nelle condizioni di fare le verifiche in campo e che i manager considerino gli obiettivi di sicurezza come obiettivi di crescita per l’azienda cui dare risorse.

È davvero così difficile valutare l’efficacia formativa?

Valutare l’efficacia formativa è difficile finché non si spiega il valore di ogni secondo e di ogni risorsa impegnati in questa attività e non si sfruttano attività che sono già in essere nei processi aziendali.

Ad esempio, essere certificati in base ai sistemi ISO 45001 potrebbe facilitare l’attivazione di processi efficaci di valutazione e monitoraggio dell’efficacia della formazione perché questo standard pone l'accento sulla necessità di un miglioramento continuo e sull'importanza della formazione come parte integrante della gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SSL).

Incorporando i dati derivati dalla valutazione dell’efficacia formativa nel riesame della direzione, previsto dalla ISO 45001, possiamo prendere decisioni informate su come migliorare ulteriormente il nostro sistema di gestione della SSL. La valutazione dell’efficacia diventa un processo che chiude il cerchio, garantendo che ogni aspetto della formazione sia allineato con gli obiettivi dichiarati di salute e sicurezza dell'organizzazione.

Nel campo della valutazione dell’efficacia della formazione  è ormai consolidato il ricorso al modello elaborato da Donald Kirkpatrick (1924-2014) e sviluppato dai figli negli ultimi anni.

Secondo questo  modello è possibile individuare quattro livelli di valutazione,  che vanno da un momento di misurazione delle reazioni dei partecipanti all’intervento formativo (livello 1), alla misurazione di quanto si è appreso (livello 2),  all’affrontare la misurazione dell’applicazione di quanto imparato sul luogo di lavoro (livello 3), e arrivare a misurare il ritorno che tale intervento formativo può avere sull’organizzazione (livello 4).

Modello di Donald Kirkpatrick.

Da questo modello si capisce chiaramente che per raggiungere risultati tangibili di riduzione dei comportamenti rischiosi, migliorare la percezione dei rischi e sviluppare una reale cultura della prevenzione è necessario superare i livelli 1 e 2 e valutare il livello 3 e il livello 4.

In altre parole, per valutare l’efficacia della formazione non è sufficiente capire se il corso è piaciuto o se i partecipanti hanno appreso delle nozioni, ma è necessario comprendere se le persone, sul posto di lavoro, svolgeranno in sicurezza ciò che fanno nel quotidiano e se questo avrà un impatto sull’andamento degli infortuni globali e sul modo di operare dell’azienda.

In questo primo articolo, abbiamo condiviso i principi teorici di base per affrontare correttamente la valutazione dell’efficacio della formazione, nel successivo articolo vedremo insieme un caso applicativo concreto.

Per scoprire come migliorare il vostro processo formativo, Stantec Academy propone il corso “Dare valore all’efficacia della formazione”. Per maggiori informazioni, potete scaricare la brochure compilando il modulo in alto oppure contattare Paola Favarano, responsabile di Stantec Academy: paola.favarano@stantec.com.

  • Paola Favarano

    Paola è Responsabile di Stantec Academy in Italia. Eroga corsi in ambito salute e sicurezza (modifica del comportamento, motivazione, comunicazione e feed back efficace, negoziazione, creatività e problem solving applicate al settore HSE).

    Contatta Paola
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